La Storiografia Umanistica: Dossié
Fonti classiche
Aristotele (Poetica I, 1)La riscoperta dei classici greci parte da Aristotele, la cui Poetica inizia a circolare in greco solo in età umanistica (definizione dei generi letterari che diventa normativa). Viene tradotta in latino a Venezia da Giorgio Valla alla scuola di Ermolao Barbaro alla fine del '400, poi volgarizzato ai primi del '500, quindi si inserisce nella corrente normalizzatrice e codificatoria del secolo.
Ar. (145 1b) distingue storia e poesia non dal punto di vista retorico-formale (versi o non versi) ma sulla differenziazione fra particolare e il generale e sul grado di approssimazione alla realtà (da concetto medievale della distinzione della narratio).
Ar. pone la poesia (universale) al di sopra della storia (particolare) nella gradazione epistemologica, mentre Valla rovescerà Ar. ponendo la storia al primo posto.
Luciano
De historia conscribenda: unico trattato classico rimasto su cosa sia la storiografia e come la si scriva.Nella scelta fra Erodoto (funzione neutra, testimoniale, a tutto tondo della storia come testimonianza di tutto ciò che avviene o che si racconta, narrazioni fantastiche) e Tucidide (storiografia politica, funzione filologica dello storico, confronto fra le fonti, legge della varietas, funzione formativa della storia per chi arriverà ma anche impegno politico) Luciano preferisce il secondo come canone: scrivere la storia non è semplice, non è un mestiere adatto a tutti (la storia è un acquisto per sempre, Tucidide). Inoltre sottolinea come la storia sia diversa dal panegirico e non tolleri la menzogna; è diversa dalla poesia sfrenatamente libera e ispirata dal divino.
Il buon storico ha quindi intelligenza politica (dono di natura) e capacità espressiva (esercizio quotidiano sull'imitazione degli antichi); il buon storico è intimamente indipendente, non legato né ricattabile dal potere perché deve riferire dei fatti. Libero pensatore, filosofo colto e indipendente. Questa immagine di storico piace molto durante l’umanesimo, età eroica e ideologizzata.
La verità è l'unica fonte dello storico, che non deve scrivere per il presente ma per il posteri; principio della parresia (παρρησὶα).
Il lessico storiografico è proprio, staccato dalla poesia, ma non banale o quotidiano, specialistico, non è un sottogenere letterario. Importanza della retorica per la forte funzione conativa della storia: lessico secondo il principio aristotelico della medietas, dispositio: causa e oggetto, proemio programmatico (incunabolo della futura Ars Historica), una costruzione retorica che renda realisticamente i momenti e i personaggi passati), critica delle fonti e delle testimonianze.
Il trattato viene scoperto da Guarino Veronese che ne fa soprattutto una questione retorica.
Polibio
Nella prefazione al libro IX delle Historiae inserisce la normatizzazione dei sottogeneri storici (genealogie, fondazioni di città e colonie, aneddotica, parentele), adatto a un pubblico selezionato di veri dotti (storico politico); : vicende dei popoli, delle città e dei sovrani).Nella storiografia classica si passa dagli annales alle monografie storiche, poi si prende gusto anche per la lode e la narrazione storica della propria città.
Per la biografia storica i modelli sono Plutarco e Svetonio, ma sono modelli piuttosto romanzati.
Memorialistica: autobiografia in forma di commentarii (Cesare), imoportanza della visione autoptica dello storico.
Nascono i poemi epico-storici in versi, che avrenno grande fortuna nel medioevo (cfr Petrarca, Africa).
Tragedia storica: con la riscoperta di Seneca in ambito veneto ha grande successo nell’umanesimo (Mussato, Ecerinis contro Ezzelino da Romano il terribile che aveva conquistato Padova).
Secondo Curtius è un sistema ininterrotto a cui fa riferimento ogni testo (tradizione topica nel medioevo).
Cicerone
Cicerone si basa su Luciano: storia = veritas + utilitas (valore testimoniale, memoria storica) ma siccome la storia è soprattutto un’opera letteraria (opus oratorium maxime ) la affida all'oratore (vir bonus dicendi peritus).
Distinzione dei tria genera narrationis: fabula, argumentum, historia. Nel De officiis parla delle litterae senatoriae, opere storiche dei senatori che sono la continuazione su carta della lotta politica, valore testimoniale della storia.
Quintiliano
La storia è poesia in prosa per quanto resti materia politica
Dal Medioevo all'Umanesimo
Continuano a circolare i classici come modelli, anche se non si legge in greco Luciano ha permeato il modo e il concetto della storiografia latina. Durante il medioevo manca uno statuto autonomo della storiografia come genere letterario (facta an ficta).Nel medioevo non ci sarà una storiografia ufficiale. La cristianizzazione degli etnoi porta alla stesura di storiografie para-ufficiali: Adaboldo, Raul di Caen, Dudone di San Quintino, Cosma da Praga, Wikukindo, Rigord ecc. Il motivo è la prevalenza dei concetti di religio ed etica religiosa, autorevolezza opera. Il controllo dell’autorità è sia di carattere religioso (noster stilus licet obtusus tamen devotus) che laico (regale: tuae maiestati mittere disposuit).
La storiografia ufficiale e di alto livello inizia nei monasteri, in Francia a Saint Denis con il nome di Souger e sotto l'egida di Carlo Magno, ma tutto resta ancora senza riflessioni e studi metodologici, che invece prendono piede con il Rinascimento.
Con lo sviluppo rinascimentale, infatti, rientrano in circolo i classici greci, che mancavano dal panorama culturale da 1000 anni circa, e cambia il progetto formativo e il quadro epistemologico: ritornano fondamentali l'oratoria (eloquenza), la storia e la filosofia (etica), come emerge fin dai primi trattati pedagogici, il De ingenuiis moris. La nascita della storiografia umanistica coincide con la nascita della storiografia moderna, riprendendo i concetti classici di veritas e utilitas (< style="text-align: center;">Salutati
Salutati è il tramite fra 3 e 400, molti trattati politologici come il De tiranno (era cancelliere della repubblica). Polemica con Antonio Loschi, riferimento dei Visconti, riguardo il libero principato (pax viscontea) Vs la libera repubblica (florentina libertas) + topos del fare la guerra per portare la pace.
La primissima riflessione sulla storia in area umanistica è quasi occasionale, in una lettera a Juan Fernandez de Heredia, è una laus historiae basata su Cicerone e Quintiliano. Occasionale fino a un certo punto, però, se si considera il modello delle lettere-trattato e dell'epistolario ciceroniano recentemente riscoperto. La storia viene presentata come utile alla vita sia pubblica che privata, serbatoio di exempla, superiore su tutti gli altri generi di narrazione: nulla è più affascinante di ciò che è realistico; addirittura viene messa in rapporto con le sacre scritture: come insegnavano i trattati di omiletica (retorica per la predicazione) si poteva movere solo con esempi, ma soprattutto se affascinante, se attrattiva per l'uditorio. Le tria genera narrationis vengono utilizzate fino a Valla e Facio, Boccaccio stesso nella Genealogia distingueva 4 tipi di racconto (in fondo agli ultimi libri, XIV e XV) aggiungendo i μύθοι. In questa lettera quindi la storiografia assume importanza fondamentale seppure ancora in trattati non sistematici.
Rinascimento
La prima precettistica vera e propria è in Guarino Veronese.La funzione pedagogica della storia è centrale nella concezione umanistica da Leonardo Bruni (De studiis et litteris), a Piccolomini (Tractatus de educatione liberorum), a Pierpaolo Vergerio (sulla gerarchia del sapere storico, filosofico, retorico), a Valla (che aveva tradotto Tucidide per Niccolò V): tentano di riadattare l'epistemologia vecchia su basi nuove riabilitando la storia con il dixit dei classici.
Sono sempre storici impegnati politicamente e la scrittura è propagandistica ma né un panegirico né un encomio inaffidabile come nel medioevo.
Antonio Panormita
Racconta la storia del figlio di Alfonso, Ferrante (re dal 1458) sul modello della Ciropedia di Senofonte.Nel proemio traccia una lista di suoi modelli in cui Tacito risulta meno apprezzabile di Svetonio per il minore rispetto che ha della dignitas principi e perché racconta anche vicende della vita quotidiana.
Questo canone resta invariato per tutto il secolo, salvo un calo alla fine del '400 di Cesare perché modello retorico troppo semplice; alla metà del secolo invece è ben accetto per fare da modello al principe.
De dictis & factis Alfonsi regi
Rientra nella tradizione classica dei memorabilia con una sfumatura propagandistica. Al confine fra biografia storica e filosofia morale. Contribuisce a creare l’immagine del re filosofo (class), del re sapiente (mediev) e del testimone di Cristo che si salda con l’immagine del re combattente (per la pace) data invece da Facio
Bracelli
Diplomatico invitato da Alfonso che resta a Genova ma scrive di Napoli per le guerre a cui partecipano entrambi.Trattatisti cinquecenteschi
A partire dal ‘500 cominciano i volgarizzamenti e la codificazione dei generi e delle sperimentazioni del ‘400Sperone Speroni nel 1553 inizia ma è nel 1548 Robortello a far scoppiare la riflessione sulla precettistica storiografica e a fondare una linea di trattatisti per cui la storia è ars retorica e la presenza o l'assenza della storia segnano la presenza o l'assenza dell'eloquenza, come per es. durante il medioevo “historia muta est” (Accolti) per l'incapacità di scrivere dei medievali.
Successivamente Francesco Patrizi da Kerso (Della historia dieci dialogi, 1560) e Jean Bodin (Metodum ad facilem historiam conditionem, 1566) limitano e contestano la preminenza della storia.
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