Scrive epistole, monografie storiche, annali, compendi ma la sua opera fu pochissimo fortunata, solo il De volterrana calamitate ricevette qualche attenzione in più.
Evoluzione della produzione storica segnata da un messaggio politico forte non esplicitato ma mantenuto l’equilibrio fra le forze politiche (?).
Storiografo di modello sallustiano – modello d’altronde preponderante con Livio a partire dall’inizio del secolo. Brevitas: prosa descrittiva a ritmo veloce e capacità immaginifica.
Expugnatio Costantinopolitana
Nel 1453 cade Costantinopoli (sconvolti gli assetti politico-religiosi) e alcuni umanisti scrivono contro i turchi orazioni e trattati storiografici o retorici, invocano stratagemmi militari e inneggiano a nuove crociate; altri fanno solo un racconto fedele, storico dei fatti che portarono Maometto II a rovesciare il patriarcato d’Oriente. Le prime informazioni in Italia sono dispacci ambigui e non fedeli dei fatti, testimonianze autoptiche di umanisti che tornano favoleggiando. Ivani aveva ascoltato le lezioni di Guarino sulla storiografia secondo Cicerone e in quella forma descrive la caduta di Costantinopoli.Brevissimo opuscoletto, quasi un’epistola che precede la narrazione e la dedica a Federico di Montefeltro a cui vuole descrivere le tecniche militari: non vuole indagare le vicende e le cause ma le novità belliche di una guerra eccezionale.
Riesce ad essere breve nel resoconto, dice di non voler fare lo storico ma provare la sua abilità retorica e la sua capacità di narrare per vagliare la possibilità di essere accolto a corte (forse per un incarico politico o più puramente storiografico).
Historia de excidio Lunae
Altro opuscolo su un evento della storia medievale (XI sec) dettato forse dall’affetto territoriale, indirizzato a Pietro Purità di Sarzana.
. Luni è sulla costa tirrenica vicino Sarzana ed era un porto accogliente (secondo Strabone) e importante per il commercio dei marmi apuani.
Il tema è lo stesso dell’Expugnatio, piuttosto ricorrente nella produzione di Ivani (caduta di una città).
Dice di aver recuperato a Ferrara insieme a Guarino una storia in versi volgari di Leonardo da Padova diversa da tutti i resoconti storici che giravano all’epoca. Topos della storia nascosta e recuperata: trovare nel passato un argomento che ora tratta, una fonte ambigua su cui ci si basa per un nuovo racconto (exercitatio retorica). Anche Ciriaco d’Ancona aveva trovato alcuni versi sulla distruzione di Luni che riportavano una lezione differente. È pur sempre possibile che Ivani avesse trovato una fonte differente dalla tradizione.
Racconta l’arrivo dei Normanni che scambiano Luni per Roma a causa del biancore dei suoi marmi; Ivani romanza la storia: si starebbe celebrando la messa e un giovane ispirato da dio, leggendo la liturgia si allontana dalla chiesa e avverte della venuta dei nemici; i normanni si fingono naufraghi e si fanno accogliere (da Omero). Quindi fingono che il loro capo sia morto e durante il falso funerale si ribellano, saccheggiano e radono al suolo la città, ci spargono il sale (da Eneide) e la città scompare. Rispetto al racconto tradizionale cambiano alcuni particolari (il capo che esce dalla bara).
Ambientazione da epopea storica: i normanni vengono puniti da dio e si disperdono in mare, non giungeranno mai a Roma.
Tradizione
No Novara, Archivio diocesano (Biblioteca capitolare di Santa Maria), CXXIVS1 Sarzana, Biblioteca Comunale Martinetti, 7/671 (Archivio storico comunale XXVI E 169)
V2 Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. Lat. 5167
Di cui S1 è sempre l’autografo dell’opera omnia.
Historia de Volaterrana calamitate
Storia di quando Volterra fu saccheggiata da forze medicee e sforzesche perché si era ribellata (1472) al dominio di Firenze. Ivani fu spettatore autoptico della maggior parte degli eventi perché era cancelliere per Lorenzo de’ Medici a Volterra dal 1468. L’incarico si rivela complicato fin da subito per le complesse leggi comunali che cerca di semplificare tenendo conto degli interessi dei Medici.In particolare una delle molte cave di allume (rilevanti interessi economici) di recente scoperta viene affidata all’imprenditore senese Benuccio di Cristoforo Capaci. Quando comincia a estrarre si mette in società con i suoi fratelli senesi e altri imprenditori filomedicei – questo era come consegnare la cava a Lorenzo. I volterrani si sentono traditi e accusano Ivani di aver appoggiato la consegna della cava. Ivani deve lasciare la città e torna a Sarzana, ma continua a seguirne le vicende attraverso lettere (che vanno ad allargare l’epistolario già ricco) ad amici rimasti e ad altri fuoriusciti da Volterra sia perché era uno snodo fondamentale della politica toscana (quindi per sfuggire all’isolamento politico-culturale di Sarzana) sia per scagionarsi dall’accusa di corruzione. Quindi scrive (non subito) come sono andate le cose.
Lorenzo decide di muovere guerra contro la città e manda come diplomatico (e pagato da Lorenzo nonostante fosse un nobile) il conte Federico di Montefeltro, modello di signore dotto.
L’episodio di Volterra ha un ruolo fondamentale nella Lega italica formata contro il papa da Venezia Milano e Firenze, ma era anche interessante per gli Aragonesi (Alfonso d’A. e Alfonso duca di Calabria), che avevano una rocca a Castiglione della Pescaia, quindi Siena e Napoli appoggiano Volterra contro Firenze. La guerra è durissima e finisce in un assedio al termine del quale le truppe fiorentine e milanesi entrano in città saccheggiano violentano e derubano.
Ivani cerca di vagliare le diverse versioni e, dopo un anno in cui si informa e documenta, compone un’opera in cui descrive dalle cause ai giorni del sacco della città.
Il titolo segnala una ricerca di latinità, ritrovata anche nella particolare riottosità di Volterra, che risale alle guerre civili di Silla e Mario (tradisce Silla che la assedia e la distrugge). Tradizione della storiografia ufficiale e tradizione di historia patria della città. Riprende la Pro Cecina di Cicerone (era un volterrano che doveva difendere dall’accusa di aver occupato i terreni dell’ex-moglie: anche qui si tratta del possesso di una cava d’allume che va difesa).
Per giustificare il suo operato e scagionarsi dalle accuse si rifa alla scrittura giudiziaria ciceroniano ma lascia il giudizio al lettore, imputando la gravità dei fatti alla follia dei volterrani. Nella prima parte la storia indaga le leggi in vigore al momento della sua cancelleria poi gli avvenimenti storici.
Sulla presa di Volterra viene prodotta una storiografia molto ampia: encomi, poemi epico-storici, lamenti (anche Ivani ne scrive uno), trattati storici: es. Biagio Lisci da Volterra, umanista antimediceo scrive una narrazione molto simile ma si fa prendere dalla commozione. Ivani gli chiede informazioni che Biagio non fornisce e Ivani deve consultare la sua opera di nascosto (e questo ritarda la composizione dell’HVC).
La composizione di Ivani è migliore di quella di Lisci dal punto di vista retorico soprattutto per lo stile con cui viene raccontato il sacco della città. Viene citato un episodio mistico che però viene giudicato come non reale: leggenda che dice che durante il saccheggio ci sarebbe stata una forte scossa di terremoto (apparentemente sentita anche altrove) causata da un tentativo di saccheggiare una chiesa dell’ostensorio.
Modelli: Livio, Cesare, Sallustio, Cicerone che media fra oratoria e storiografia, riferimento essenziale.
È l’opera di Ivani che ha più fortuna.
Tradizione
A Firenze, Archivio di stato, Carte strozziane, CXIII
L2 Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. LXVIII, 28
M Firenze, Biblioteca Moreniana, Manoscritti Moreni, 112
N2 Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magliab. XXI, 151
S1 Sarzana, Biblioteca Comunale Martinetti, 7/672 (Archivio storico comunale XXVI F 175)
V1 Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. Lat. 2726
Vo1 Volterra, Biblioteca Guarnacci, 127 (8468)
Vo2 Volterra, Biblioteca Guarnacci, 260 (8455)
Stampe: Muratori in RIS, Milano 1733
Mannucci in RIS2, Città di Castello, 1912-13
Fra cui S1 e L2 sono autografi. Fra i due non ci sono praticamente varianti (solo due), ma corrispondono a due progetti diversi: la raccolta autografa dell’opera omnia di Ivani compresa la poesia (S1) e il manoscritto dedicato a Lorenzo (per quanto L2 sia mancante della dedica si trovava nella sua biblioteca). Le poche varianti restituiscono una rivisitazione stilistico-formale.
La scoperta dell’autografia di L2 è di Mannucci, che ha curato la seconda edizione nei RIS.
L’edizione di Muratori si basa su un manoscritto perduto.
Edizione Pontari: apparato critico negativo e diacronico. Apparato delle fonti storiche e stilistiche. Note esegetiche ai testi.
Prima di L2 e S2 lavora molto e manda in giro versioni provvisorie. Di questi 5 codici corrispodono alla prima redazione (errori e varianti significativi in comune), mentre il testo definitivo è ovviamente quello tramandato da L2 e S2, caratterizzato da una notevole staticità. L’edizione critica moderna è quindi condotta su quei due codici.
L’indagine sulla lingua di Ivani è ancora carente ma i giudizi sono concordi sulla chiarezza espositiva. In particolare Mannucci sottolinea quanto lo stile sia ciceroniano, in quanta considerazione fosse tenuto il latino e quanta poca il volgare.
Stile storico, alta padronanza e correttezza della lingua latina basata sulla lettura dei classici (+ Giustino e Giuseppe Flavio) e contemporanei (Bruni, Bracciolini, Palmieri) – la biblioteca di Ivani è ricostruibile dalle lettere. Ivani applica un continuo labor limae allo stile per rendere il più alto possibile la sua prosa, gli auctores sono emulati, mai imitati scopertamente.
Principi di brevitas gravitas e veritas (sentenziosità, rapidità delle immagini).
Predilige il cum narrativo e l’ablativo assoluto (prosa storica classica), le relative improprie, gerundi e gerundivi, infiniti storici per asindeto (>pathos e drammaticità), perfetto sincopato, perfetti in –ere (da Sallustio), presente storico, foret.
Evita neologismi e volgarismi tranne bombarda, per il resto risemantizza voci classiche: dux eques, mercenarius, signifer stipator (=portabandiera, mazziere).
Attenzione all’ornatus ai fini del pathos: chiasmi, allitterazioni, cola trimembri, parallelismi per esprimere concitazione, urgenza.
Rarissime tracce di latino medievale: perfetto passivo col perfetto del verbo essere, quod dichiarativo pet ut ecc. In generale dimostra un’ottima conoscenza della grammatica e della retorica.
Annales
Storiografia annalistica (non più monografie in forma epistolare) = eventi + riflessione d’autore. Dovrebbe raccontare tutti gli avvenimenti in Italia dal 1478 in poi ma riesce a coprire solo due anni, inoltre è solo una selezione – molto attento alla brevitas, raggiunge un concetto della storia epurata dagli espedienti retorici: eventi nudi e crudi.De situ urbis Romae
Il carattere pedagogico della storiografia di Ivani arriva al suo apice con un’opera scritta poco prima di morire mentre era cancelliere a Pistoia e soffriva per il localismo: aveva capito che il particolarismo lo teneva lontano da Firenze e dalle avanguardie.Dedicato ai figli di Lorenzo è un compendio della Roma Instaurata di Biondo, aggiornata con i restauri di Sisto IV della Rovere e risistemata creando un dizionario dei lemmi per rendere più agevole la lettura e la ricerca: classifica gli elementi sparsi in Biondo e sintetizza le frasi ostiche in forma più di dizionario di consultazione. In realtà era stato scritto per Lorenzo stesso ma non si poteva riconoscere in un signore una tale ignoranza.
Il codice di dedica fatto fare a Pistoia fu forse ignorato del tutto.
1 commento:
Ciao, sarò spudorata e me ne scuso in anticipo: hai mica la traduzione dell'epistola dedicatoria a Lorenzo dei Medici del De situ urbis Romae? Ho un esame mercoledì e non mi raccapezzo.
Mariachiara
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