Biondo Flavio
In particolare Biondo, nativo di Forlì e sempre impiegato presso i papi (segretario apostolico), rappresenta un filone a sé della storiografia antiquario-erudita: si preoccupa anche della ricostruzione classica, medievale e moderna, vaglia anche i documenti dell'antichità quindi è fra i primi a fare archeologia storica. In Roma instaurata e Roma triumphans crea un piano quasi cartografico dell'urbanistica della città antica in base alla gran quantità di rovine ancora visibili in città. Supera il tema tucidideo dell'impossibilità della storia antiquaria, insieme a un gruppo di storici va a leggere tutte le epigrafi lapidarie che trova, introduce la geografia storica e addirittura i primi studi di toponomastica per restituire ai luoghi d'Italia un passato.Italia Illustrata
L'Italia illustrata è un trattato storico-geografico su committenza, una trattazione sistematica ma non sintetica delle varie regioni d'Italia con le loro problematiche storiche e i loro personaggi di rilievo. La partizione logica segue l'inventio delle regioni italiane (diverse dalle augustee) in corrispondenza dei libri.
Elementi di corografia: dibattito sulle dimensioni e i confini d'Italia, elementi di toponomastica, eventi storici e politici, personaggi illustri della storia e della letteratura antichi medievali e coevi.
Al racconto dell'Italia moderna si sovrappone la ricostruzione della storia del luogo a partire dalla ripartizione regionale fatta da Augusto; identifica i nomi e i confini delle vecchie regioni (Piemonte, Liguria, Veneto, Calabria, ecc) e anche quelle medievali creando l'archetipo della geografia regionale. Rappresenta la base per gli studi di storiografia, corografia e geografia in volgare.
È fra le prime opere ad occuparsi anche di storiografia letteraria e artistica, come già un po' aveva fatto Facio crea una gerarchia di pittori, scultori, architetti ecc. Anche Petrarca (Senili V,2) aveva dato una classifica della letteratura ma occupandosi soprattutto dei moderni. Il catalogus storicizza il canone degli umanisti e cominciano ad emergere le voci tipice del rinascimento (Poggio Bracciolini, Ciriaco d’Ancona).
Le redazioni
Biondo è poco inquadrabile nella storiografia di corte: era stato contattato da Alfonso d'Aragona (1447) perché gli compilasse un De viris illustribus dell'intelligentzija italiana ai fini della sua politica culturale che contenesse tutti i settori delle scienze umanistiche (letterati, artisti, giuristi, filosofi) ma anche delle scienze esatte (matematica, scienze, astronomia, medicina) e perfino delle personalità politiche (principi, re, conti, capitani di ventura). Biondo però nella compilazione trasforma il catalogo biografico nell'Italia illustrata. La commissione viene tradita e integrata quindi da Facio (1456) che invece è più diligente e compone il De Viris Illustribus, un catalogo di vite ordinate per categorie professionali.
Nel 1448 Jacopo Bracelli, umanista ligure, gli fa arrivare la Descriptio ore ligustice come base per la Liguria.
Già nel 1450 compaiono due regioni in forma autonoma:
la Romandiola (scoperta da Augusto Campana nel 1938 a Cesena, nella biblioteca classense di Ravenna) dedicata a Malatesta Novello; si tratta dell’avant-text rispetto all’I.i. pubblicata poi, è un testo autonomo, un omaggio per un incarico che gli era stato dato.
l’Etruria (scoperta da Pontari a Firenze) con un proemio particolare dedicato a Piero de’Medici entrato da poco in politica ma futuro egemone di Firenze. Redazione composta un po’ frettolosamente in cui le parti eliminate servono a omaggiare la dinastia de’ Medici e valorizzare l’etruria come regione.
Nel 1449 c’è la peste a Roma e Biondo se ne allontana, torna in Romagna dove finisce le regioni settentrionali. Ritorna con Niccolò V nel 1453 e per ottenere di nuovo il posto di segretario apostolico dedica al papa l’Italia illustrata omnibus regionibus in unum colligatas (prima non era concepita come un’opera unitaria), ma arrivata solo alla XVI regio, l’Apulia (=Molise e Foggia). Restano escluse la Lucania, la Calabria, il Salento e la Sicilia ma Biondo sostiene di aver dovuto pubblicare in fretta e furia l’opera non conclusa perché un personaggio invidioso della curia minacciava di pubblicare i suoi materiali rimaneggiati con altro nome; probabilmente è un topos letterario. Biondo aveva particolarmente bisogno di accattivarsi in fretta le simpatie del papa perché faceva parte della curia di Prospero Colonna, che ne aveva ostacolato l’elezione.
Nel 1455 muore Niccolò V e Biondo torna sul testo sopprimendo la dedica al pontefice e tutti i passi che si riferivano a lui. Questa è la versione vulgata, maggiormente diffusa, dopo questo periodo Biondo si occuperà maggiormente delle Decades e altri interessi antiquari, tralasciando l’Italia.
La terza redazione si presenta come generosa offerta alla cultura italiana ma è sempre ferma alla XVI regione per mancanza di informazioni: Biondo cerca di ottenere da amici carte geografiche e compendi ma non riesce gran che, e dal 1463 si limita a correggere e aggiornare le regioni già composte con le Additiones corretionesque che pure restano incompiute e ferme alla II regione; si tratta di una stesura autonoma che comprende passi inediti prima, fra cui alcuni che aggiornano le iniziative del nuovo papa Piccolomini a Pienza ecc. Piccolomini era geografo a sua volta e scrive De Europa e De Asia (?).
Sarà solo Ronzano, erudito frate domenicano di origine siciliana a completare gli ultimi capitoli. Nel '500 verrà infine soppiantata dalla geografia storica in volgare di Leon Battista Alberti: Descrizione di tutta Italia.
Questo quadro presenta un testo in fieri dalla stratigrafia complessa.
La gran quantità di edizioni manoscritte e a stampa testimoniano un enorme successo in vita, perché è la prima opera di coscienza nazionale sulla storia pregressa anche medievale, oltre a portare il canone degli uomini illustri.
Muratori lo pubblica nonostante fosse molto diffuso, leggibile mentre Carducci e Fiorini lo lasciano da parte perché ricco di difficoltà ecdotiche e scientifiche, testo erudito difficile da capire. Inoltre ha una stratigrafia complessa di varianti redazionali che interagiscono con i dati esterni della vita dell'autore e della storia generale dell'epoca. Perfino l'editore degli Scritti inediti e rari di Biondo, B. Megara, non pubblica l'Italia illustrata perché richiede il dominio di troppe discipline.
Tradizione
26 codici manoscritti di cui 2 incunaboli e 5 stampe
B Bologna, Biblioteca Universitaria, ms 1139 (Frati 2276)
Bk Bernkastel-Kues, Bibliothek des Sankt Nikolaus-Hospitals, ms. 157
Cav Ravenna, Casa Cavalli
M Messina, Biblioteca Universitaria, Fondo Antico, ms. 110
Ro Rouen, Bibliothèque Municipale, ms. 1334 (U 96)
S Siena, Biblioteca Comunale degli intronati, ms. K II 11
V2 Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, ms. Reg. Lat. 729
F Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magliabechiano XIII 38
W Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo LXV 17
V Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. Ottob. Lat. 2369. Codice in parte autografo (le note di passaggio da 53 a 55) in parte idiografo e comunque in movimento. Testo scritto da un copista della curia e revisionato da Biondo sia per l’ortografia che per il contenuto (note di cancellazione e marginalia).
Stampe: 1474 Gaspare Biondo (Italia illustrata, De origine venetorum, Roma instaurata)
1481 Verona, Bonino de' Boni
1503 Venezia
1510 Venezia
1527 Torino
1531 Basilea, Froben: Opera omnia – punto di riferimento per tutti gli studiosi
1559 Basilea, Froben Blondi Flavii Forliviensis, De Roma triumphante libri X […]. Romae instauratae libri III. De origini set gestis Venetorum liber. Italia illustrata, sive lustrata (nam uterque titulus doctis placet) in regiones seu provincias divisa XVIII. Historiarum ab inclinato Romano imperio Decades III.
Stemma codicum complesso per la presenza di archetipi in movimento, variantistica d’autore modificata dalle alternanze storico-politiche.
Contenuto
Proemio metodologico importante: Biondo restituisce all'Europa la sua coscienza medievale e pone un problema di toponomastica antiquaria, vorrebbe permettere agli uomini del suo tempo di non sentirsi estranei alla storia. La fonte è naturalmente la Naturalis Historia di Plinio per la geografia storica e la storiografia enciclopedica.
La seconda regio è l'Etruria ma lo spazio più ampio è dedicato alla Romandiola perché è la terra natia di Biondo, che cerca di far derivare da lì tutte le grandezze d'Italia.
Latino caratterizzato da scrittura scientifica e non elegante, strutture sintattiche poco leggibili.
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